Facciamo un passo indietro. Intorno agli anni ’70, François Lyotard definisce il proprio tempo come "postmoderno", identificandolo con la fine delle grandi narrazioni - ideologie, concezioni del mondo, sistemi di pensiero – sopraffatte dall’emergere di tante e, soprattutto, non gerarchiche narrazioni. Di lì a poco, negli anni ’90, è Jerome Bruner a definire “svolta narrativa” la scelta di dare forma narrata a saperi che fino ad allora erano progrediti con schemi logici e strutture paradigmatiche. Antropologia, psicologia, giurisprudenza, ma anche etologia, biologia, astronomia e altre scienze costruiscono i propri saperi disciplinari a partire da episodi, da vicende particolari, dunque da "storie".