Sembra paradossale in quest'epoca che ci sommerge di messaggi, eppure, ogni tanto capita di confrontarci con aziende che si dicono disinteressate alla comunicazione:
"Non ne abbiamo bisogno. Non abbiamo mai fatto niente, eppure abbiamo un fatturato straordinario". Beate loro, vien da pensare, di questi tempi… In genere, si tratta di aziende attive in settori di mercato che sembrano muoversi indipendentemente dalla comunicazione, nate e consolidatesi nel tempo su relazioni dirette.
Ma è poi così vero che queste aziende non comunicano?
Un sito, per quanto approssimativo e non aggiornato, un logo, un biglietto da visita, una firma mail, una carta intestata, qualcosa tra queste è necessaria. Per quanto poco e magari senza un’idea di fondo e una direzione strategica, anche queste aziende comunicano. Di sicuro trasmettono poca cura, poco interesse nell’esprimere se stessi, comunicano anche un’altrettanto scarsa attenzione per il destinatario. Perché comunicare significa prima di tutto prendersi la briga di condividere qualcosa con qualcun altro.
Per un'azienda, o comunque per ogni realtà pubblica e organizzata, si tratta di condividere l’idea che l’azienda stessa ha di sé.
Una cosa "semplice" che serve a distinguersi.
Per quale motivo qualcuno - cliente, fornitore, investitore - dovrebbe scegliere questa azienda e non quella?
Ci scelgono lo stesso, risponderebbe l’azienda di cui sopra.
Ok, l’hanno scelta in passato e la scelgono ora. Ma domani? Sarà lo stesso? La comunicazione è un investimento, non serve solo per vendere i propri prodotti o servizi.
Serve per fornire ragioni ai potenziali interlocutori, per attrarre risorse, finanziarie e umane che siano valide, serve a motivare e fidelizzare quelle che già ci sono, offrendo motivi di riconoscimento e affiliazione.
Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che è tantissimo. Il lavoro che si fa con la comunicazione costringe a focalizzarsi su quello che si è e che si vuole diventare. L’azienda che intraprende un percorso di comunicazione è coinvolta in un percorso di attenzione verso di sé, prima ancora che verso il target. Da questo punto di vista, un buon lavoro di comunicazione è un processo di consapevolezza e cambiamento.